[di Antonio Fiorino]
È ripartita a settembre la scuola di italiano per stranieri organizzata dalla chiesa valdese di Perugia. Il 15 settembre scorso è stato il primo giorno in cui volontari e studenti, donne e uomini provenienti da diversi paesi, si sono incontrati per la prima volta o hanno ripreso il percorso verso l’apprendimento delle basi della lingua italiana. Circa 15 volontari, alcuni provenienti dalla chiesa valdese, altri dell’associazionismo locale – altri ancora sono amici e amiche che vogliono collaborare, mettendosi a disposizione per spirito di servizio e di cittadinanza attiva – si dedicano anche quest’anno a un numero di studenti che raggiunge (ma spesso supera) i 40 iscritti.
Fondamentale resta la collaborazione strettissima con il Community Center della Diaconia Valdese che fa da collante e supporto alle attività di iscrizione, monitoraggio e guida per queste persone che vivono spesso situazioni di fragilità.
La scuola non è soltanto un luogo di apprendimento della lingua italiana, si creano infatti reti solidali, momenti di scambio, supporto concreto, perché si prova a creare uno spazio sicuro, dove non solo si impara la grammatica ma anche si può raccontare il proprio cammino, esprimere/valorizzare la propria identità.
Gambia, Mali, Turkmenistan, Bangladesh, Nigeria, Marocco, Egitto, Perù, ogni persona che si avvicina alla scuola porta con sé il proprio viaggio, porta un bagaglio di esperienze troppo spesso dolorose.
La mattina i gruppi sono composti quasi esclusivamente da donne mentre nel pomeriggio da uomini. Anche questa separazione non è stata una decisione semplice ma guidata da una scelta di tutela delle fragilità dei partecipanti: i volontari sono ben consapevoli del ruolo di cura che supera ampiamente le dinamiche di una piccola scuola.
Si è svolto anche il primo incontro con una associazione esterna “Umbria Legale e Sicura” che si occupa di servizi di supporto all’emersione del lavoro nero o di denuncia di dinamiche di sfruttamento.